La risposta a questa domanda non è per niente semplice. In questo articolo indaghiamo chi c’è dietro all’invenzione di Bitcoin e perché conoscere il vero ideatore non aggiunge né toglie nulla a Bitcoin.
Bitcoin è una tecnologia e in quanto tale una volta creata è impossibile nascondere la scoperta al mondo. Gutenberg, l’inventore della stampa è riconosciuto inequivocabilmente come l’autore della scoperta tecnica per produrre più libri in maniera esponenziale.
Nel caso di Bitcoin, il creatore, Satoshi Nakamoto, è solo lo pseudonimo di un programmatore anonimo di cui non si conosce la vera identità.
Queste due invenzioni hanno in comune però che sono conoscenze irreversibili, cambiamenti tecnologici su cui altre persone, altri inventori si applicano per migliorarla e diffonderne l’utilizzo.
Non si sa chi sia veramente Satoshi Nakamoto. Sappiamo che un profilo anonimo che si faceva chiamare Satoshi frequentava mailing list e forum dedicati a crittografici e informatici interessati a temi come la tutela della privacy su internet o l’utilizzo della crittografia per garantire l’indipendenza finanziaria su internet . Su una di queste mailing list il 31 ottobre 2008 appare un documento, detto “White paper” in cui si annuncia di aver risolto due problemi fino ad allora irrisolti in campo informatico:
- Il problema della doppia spesa: Prima di Bitcoin tutte le informazioni su internet erano copiabili e facilmente replicabili. Bitcoin è il primo oggetto digitale, pezzo di informazione, che non può essere copiato e incollato. Questa caratteristiche getta le basi per introdurre il concetto di proprietà esclusiva su un bene digitale presente solo su internet.
- Il problema dei generali bizantini: Prima di Bitcoin in ambito informatico non esistevano meccanismi sicuri per coordinare computer distanti tra loro ed essere sicuri che tutti i pc concordasse sulla forma delle informazioni. Coordinare più computer verso una verità condivisa non è semplice perchè dietro ad ogni pc c’è un individuo che può tenere comportamenti fraudolenti e corrompere le informazioni condivise. Grazie al meccanismo chiamato proof of work, Bitcoin assicura un coordinamento e un consenso sullo stato di tutte le transazioni bitcoin, quindi sullo stato di tutti i saldi.
Il 1° gennaio 2009 Satoshi rilascia la prima versione di un programma open source (Il software Bitcoin) che implementa le idee descritte nel documento. Come preannunciato nel White paper, oggi il funzionamento di Bitcoin permette a tutti la disponibilità di cash digitale (la moneta bitcoin) senza bisogno di terze parti.
Satoshi sparisce dai forum
Dal 2009 a inizio 2011 Satoshi comunica con una community che si interessa al suo software open source. I programmatori, correggono, sistemano e stabilizzano Bitcoin. Dal 2011 Satoshi interrompe le comunicazione. Da allora Bitcoin vive autonomamente grazie a utilizzatori, sviluppatori, investitori e minatori. Non è chiaro perché Satoshi sia scomparso, alcuni suggeriscono che sia scomparso non per sua scelta, ma perché minacciato o eliminato da qualcuno. Molti segnali indicano che Satoshi fosse cosciente che per rendere bitcoin decentralizzato dovesse sparire anche il suo inventore.
La risposta alla domanda “chi ha creato bitcoin?” è che non si sa realmente, non ci sono tracce o prove certe che portano inequivocabilmente a un individuo.
Nei primi 2 anni, l’invenzione di Satoshi Nakamoto attira l’attenzione di decine di sviluppatori che intuiscono le potenzialità della tecnologia, molti di questi si dedicano full-time alla manutenzione, aggiornamento e miglioramento del protocollo Bitcoin.
Quando Satoshi sparisce a inizio 2011 il progetto è funzionante. Ha provato la sua resilienza dopo due anni di test incrociati, attacchi hacker sventati, eliminazione dei bug che avrebbero potuto creare potenziali problemi.
Oggi il codice sorgente di bitcoin è gestito da 5-6 sviluppatori che hanno le password per aggiornare il protocollo quando necessario. Non significa che questi sviluppatori controllano Bitcoin, perché la natura open source protegge gli utilizzatori da comportamenti malintenzionati di soggetti che hanno maggiori conoscenze tecniche. Infatti ogni modifica proposta e implementata deve comunque essere aggiornata dai partecipanti alla rete sul proprio PC. Nel pratico, se gli sviluppatori cambiano le regole o modificano il funzionamento su cui si basa il consenso attuale di Bitcoin, ogni individuo è libero di fare aggiornamento o meno del software. Con questo modello Bitcoin è estremamente complesso da modificare perchè la sua modifica dipende dal “consenso sociale” e non dalla volontà di un gruppo di interesse. Satoshi non serve perchè Bitcoin si salvaguardia autonomamente.
Speculazioni e millantatori
Conoscere la vera identità di Satoshi ormai è irrilevante perché il sistema funziona e si diffonde, la sua funzionalità e la sicurezza crescono organicamente.
Giornalisti e appassionati del tema hanno indagato approfonditamente per identificare Satoshi Nakamoto e l’ipotesi più accreditata è che il vero Satoshi sia Hal Finney.
Hal Finney è un noto criptografico morto nel 2014 per SLA. Hal Finney è la prima persona a ricevere bitcoin da Satoshi e presenta molte affinità ideologiche con quest’ultimo.
In un post su un forum frequentato da cypherpunk Hal scrive:
“Il lavoro che stiamo facendo, parlando in termini generali, ha l’obiettivo di rendere il grande fratello obsoleto”
In un altro post afferma:
“I computer possono essere usati come strumento per liberare e proteggere le persone anziché per controllare”
Finney è un attivo cypherpunk e sin dagli anni ‘90 è interessato all’idea di una valuta digitale che sfugge al controllo del governo. Inventore, già nel 2004, della prima forma di proof of work per creare monete digitali, Hal ha le conoscenze necessarie per implementare un sistema come Bitcoin, ma ha sempre negato di essere Satoshi Nakamoto.
Un altro dettaglio che fa pensare ad Hal Finney è il fatto che per 10 anni abbia vissuto nello stesso quartiere di un uomo chiamato Dorian Nakamoto e che da questi abbia preso spunto per il suo pseudonimo.
Oltre ad innocenti speculazioni sull’identità di Satoshi, non sono mancati i millantatori che si sono dichiarati Satoshi cercando di accentrare il controllo su Bitcoin. Un esempio su tutti è Craig Wright, un informatico Australiano che sicuramente è stato uno dei primi ad avvicinarsi a Satoshi online, ma dopo la sparizione di Satoshi ha cercato di appropriarsi dei meriti dichiarando di essere lui l’uomo dietro allo pseudonimo Satoshi Nakamoto. Wright non è mai riuscito a dimostrare le sue affermazioni in quanto non ha mai fornito una prova crittografica firmando una transazione dagli indirizzi usati da Satoshi Nakamoto.
L’immacolata concezione di Bitcoin
Bitcoin è una scoperta unica ed irripetibile per molti versi. Il concetto di criptovaluta nasce con Bitcoin, tutte le altre cripto sono applicazioni più o meno lontane del concetto di criptovaluta in Bitcoin. Questi altri progetti sono solitamente creati o promossi da aziende entità o semplici imprenditori. Bitcoin è una tecnologia senza un genitore e questo lo rende diverso da tutti i progetti che seguono le sue tracce. Dopo la sparizione di Satoshi, Bitcoin si è diffuso nel web, i nodi della rete sono aumentati in maniera organica e decentralizzata.
La storia recente dimostra che è estremamente complesso stabilire una moneta in grado di fare concorrenza alla moneta governativa. Lybra, la moneta progettata da Facebook e già pronta al lancio nel 2019 è stata bloccata per via delle perplessità del legislatore preoccupato per le implicazioni di una moneta controllata da un’azienda privata. Altri progetti come Ripple sono considerati strumenti illegittimi di raccolta del credito e le autorità americane stanno spingendo per impedire le attività dell’azienda promotrice.
Inoltre a differenza di tutti i nuovi progetti cripto, Satoshi non aveva nessuno scopo di lucro, infatti, si stima che negli indirizzi controllati da Satoshi ci siano 1 milione di bitcoin che non sono mai stati spesi, i suoi obiettivi erano strettamente ideali.
Bitcoin nasce e si sviluppa inosservato, nei meandri più profondi del web, e finisce sotto le luci della ribalta solo nel 2013 quando è già sufficientemente decentralizzato e distribuito. Queste specifiche condizioni sono irripetibili, perchè prima di Bitcoin non c’era niente di simile.
La mancanza di leader nel caso di Bitcoin (che è una moneta) è una virtù che protegge tutto il sistema da delegittimazioni e attacchi autoritari. Non c’è nessuno da attaccare, non ci sono amministratori delegati, database gestiti da qualcuno. Anche la promozione di Bitcoin è in qualche modo decentralizzato, in quanto sono i singoli individui, affascinanti dalla tecnologia a promuovere l’utilizzo di Bitcoin, che grazie al potere del passaparola si diffonde da un individuo all’altro.
Ci sono poi imprenditori visionari distribuiti in tutto il mondo che costruiscono servizi su Bitcoin, sviluppatori che continuano a ricercare soluzioni di miglioramento e rafforzamento della rete Bitcoin.
Tutti concorrono a sviluppare la tecnologia e l’adozione di Bitcoin, tutti agiscono come se fossero Satoshi Nakamoto in persona.