Una successo di portata epocale.

La normalizzazione di una rivoluzione.

Lo scetticismo, per non parlare addirittura di aperta ostilità, che da tempo anima la SEC (Security and Exchange Commission) nella sua battaglia contro le criptovalute non è un segreto.

Questo analogo statunitense della Consob italiana, retto da Gary Gensler, ha spesso visto nelle criptovalute un territorio fertile unicamente per truffe e arrivisti.

Uno dei fronti di battaglia più accesi è stato ad oggi quello della possibilità di aprire un Bitcoin-ETF

Il vantaggio principale di questi Exchange-Traded Funds è che offrono all’investitore medio la possibilità di investire su un asset Bitcoin (underlying asset), pur senza dover arrivare a possederne direttamente una quantità. 

Per molti questo è un grande vantaggio, poiché sottrae l’investitore da alcuni compiti percepiti come gravosi come ad esempio, conservare in un proprio wallet il proprio denaro virtuale, col rischio di perderne le chiavi. 

Questo 2024 si è aperto sul botto dal momento che a brevissimo dovrà arrivare una risposta definitiva da parte della SEC per quanto riguarda l’apertura di un primo fondo spot per Bitcoin (spotcoin).

L’accettazione di una tale richiesta, mossa tra altri da Blackrock, sarebbe un passo storico in vista della normalizzazione culturale di Bitcoin.

ETF sta per Exchange-Traded Fund

Un ETF è un fondo d’investimento gestito da professionisti. 

Esso acquista risorse quotate in borsa (azioni, obbligazioni, materie prime) e consente agli investitori associati al fondo di acquistare una parte di questi fondi anziché direttamente le risorse quotate. 

Gli investitori possono dunque partecipare al gioco azionario in maniera più sicura e protetta, pagando alcune commissioni al fondo stesso.

L’ETF è un modo più semplice e sicuro di investire, soprattutto quando si parla di criptovalute.

Se infatti investire nel normale mercato azionario è già di per sé un rischio, investire nelle criptovalute è uno sport estremo: non a tutti il cuore regge nel vedere il valore del proprio patrimonio oscillare verso l’alto o verso il basso del 5-10% di giorno in giorno!

Un ETF su bitcoin è esattamente il punto di incrocio tra questo modo regolamentato di investire e l’investimento in Bitcoin.

Il fondo ETF non richiede all’associato di possedere direttamente la risorsa acquisita, in questo caso Bitcoin, né di doverla gestire di per sé. 

Questo è per molti una grande liberazione, essendo le criptovalute di non facile comprensione (e custodia!). 

Al contempo però consente all’interessato di partecipare al mercato cripto e Bitcoin in particolare, aumentando quindi la domanda della stessa risorsa. 

Con conseguenze, si presume, molto positive per il mondo Bitcoin! 

Tutta quella grande fetta di interessati al mondo cripto, ma troppo spaventati per investire direttamente tramite un exchange, si troverebbe a poter comunque partecipare al gioco per mezzo di un fondo gestito da professionisti e quindi in maniera più sicura.

Da qui la grande eccitazione per la possibile accettazione da parte della SEC ad avviare un primo fondo ETF spot su Bitcoin.

Vantaggi e svantaggi di una grande innovazione.

Come ogni strumento, anche un ETF ha vantaggi e svantaggi. 

Bitcoin nasce in primis come uno strumento di liberazione rispetto ad un sistema finanziario percepito come corrotto.

Questo aspetto di rivolta e la conseguente presa di coscienza dell’individuo viene fortemente diluito dall’ETF, che è un fondo gestito da manager professionisti. 

Se dunque è vero che l’investimento in un ETF è semplificato proprio perché qualcuno dall’alto veglia che le norme vigenti siano rispettate, dall’altro proprio per questo motivo gran parte dell’ esperienza Bitcoin non può essere percepita nella sua pienezza. 

Legato a questo vantaggio vi è poi il tema della sicurezza: i fondi ETF sono custoditi in vault digitali ben protetti. 

Se questo, di nuovo, ci fa sentire più al sicuro, al contempo la situazione ripropone il problema della fiducia nei riguardi di un ente terzo. 

Nel complesso un ETF Bitcoin si presenta come un’ottima soluzione per qualunque investitore sia interessato unicamente all’aspetto economico di Bitcoin.

Insomma, un ETF Bitcoin sarebbe un importante punto di incontro per tutti coloro che pur essendo interessati dall’avventura Bitcoin, sono troppo intimoriti dalla complessità della materia per metterci mano direttamente.

Si parla di migliaia e migliaia di potenziali investitori.

Grande entusiasmo e dovuti riconoscimenti.

Ma recuperare questa fetta di “increduli” è esso stesso un motivo sufficiente a giustificare tutto l’entusiasmo che ricopre la nascita degli ETF? 

Assolutamente! 

Poiché il via libera da parte della SEC a questa impresa significa al contempo la fine di un’epoca di ostilità nei confronti di Bitcoin e delle criptovalute in genere.

L’entusiasmo a riguardo è duplice. Esso nasconde al suo interno due motivi diversi di celebrazione.

  1. In primis, l’accettazione di Bitcoin all’interno di un ETF spot da parte di un’istituzione come la SEC vorrebbe dire il riconoscimento ufficiale di Bitcoin da parte del mondo finanziario tradizionale. 

Questo è un passo di enorme importanza per Bitcoin, ancora oggi osteggiato da giornali e media come una semplice truffa volta ad accalappiare i più fragili. 

E’ facile immaginare come a sua volta questo riconoscimento aprirà la strada ad altri.

Il termine chiave qui è fiducia verso Bitcoin.

Inserire la valuta in un ETF spot significa che anche la SEC riconosce le potenzialità intrinseche, nonché la possibilità di una normalizzazione che non riduca Bitcoin ad uno strumento in mano a truffatori e hacker.

Meglio tardi che mai!

  1. Poi l’entusiasmo è certamente economico. L’integrazione di Bitcoin negli ETF significa una fortissima spinta propulsiva verso la valuta, che si ritroverà ad essere oggetto di  notevole incremento di domanda. 

Un’intera fetta di mercato si apre al Bitcoin. E’ come la conquista di un nuovo continente.

Se il progetto va in porto come appare probabile, gli attuali detentori in Bitcoin potranno essere più che lieti del fatto che la loro moneta si ritroverà ad aumentare notevolmente il proprio valore.

Vecchi e nuovi equilibri in casa Bitcoin.

Vi è dunque ottimismo a riguardo, come dimostra anche la soglia di 45.000$ toccata da BTC in data 2 gennaio 2024. 

Ci troviamo di fronte ad un evento di portata storica per Bitcoin, capace di rompere vecchi equilibri e condurre a nuovi.

Se fino ad oggi infatti Bitcoin è stato visto come qualcosa per soli nerd e fanatici della crittografia, con un tale riconoscimento la valuta di Nakamoto si ritroverà ad uscire dai propri confini classici, invadendo il mondo della finanza tradizionale. 

Un traguardo importante in vista di una maggiore e più stabile presenza di Bitcoin nel mondo.

Al contempo però molti investitori Bitcoin potranno ritrovarsi a dover rivedere la propria identità. 

E’ difficile atteggiarsi a profeti cypherpunk, quando il nostro vicino di casa investe in Bitcoin tanto quanto noi… tramite il suo Bitcoin-ETF di riferimento.

I tempi per uno smorzamento dei toni del dibattito e un maggiore tentativo di comprensione reciproca sembrano essere maturi.

Chissà che da questo rimescolamento delle parti non ne venga qualcosa di buono?